mercoledì 29 ottobre 2008

IL GIOCO DELLE TRE CARTE



E’ una strana Italia quella che traspare in questi ultimi giorni. E’ l’Italia delle piazze, quella degli studenti e quella dell’opposizione. Ambedue monche però. Quella degli studenti di sinistra, strumentalizzati dal Partito Democratico che li utilizza come massa di manovra contro Palazzo Chigi (ma del resto non è una novità, fu così, in parte, anche nel ’68), e quella dell’opposizione che vede in piazza in realtà solo il veltronian partito senza sinistra radicale né Italia dei Valori. Insomma un’Italietta che litiga sui numeri ma non sulla sostanza dei problemi. Sembra quasi di assistere ad una lite di condominio dove i contendenti si trincerano dietro il colore della facciata del palazzo da rifare ma non discutono e non affrontano il problema delle condutture che fanno acqua da tutte le parti e dei solai da rifare. Mentre si rischia costantemente il crollo. E più fanno questa sceneggiata pulcinelliana più i sondaggi danno numeri impietosi sia per il governo che, soprattutto, per l’inesistente opposizione.
Così mentre in Parlamento e sui Tg i leader chiacchierano di numeri l’economia mondiale implode cadendo rovinosamente su tutti noi. Così mentre i governi intervengono sulle banche con denaro dei contribuenti le banche rifiutano di ricapitalizzare o di far entrare il governo nei “loro affari”. E gli italiani stanno alla finestra a guardare questo indecoroso spettacolo. Consci del fatto che prima o poi toccherà a loro pagare gli errori di 15 anni di globalizzazione economica forzata e forzosa. Una globalizzazione di fatto illegale perché ad economia globale non corrisponde governo globale: ergo mancano regole globali. E quando mancano le regole si è di fatto illegali. 
Ed è in questo bailamme che rischia di trasformarsi in un dramma sociale ben più acuto di quanto possa apparire ora chi side in parlamento si preoccupa di quanti erano i manifestanti in piazza sabato scorso o di regolare l’elezione europea con uno sbarramento togliendo le preferenze. Non siamo nemmeno più alla farsa ma direttamente alla cena delle beffe. Una cena fatta di dichiarazioni forzate da una parte e dall’altra, tirando per le braccia migliaia di studenti che hanno solo il torto di non capire bene quanto vengono strumentalizzati, atte in realtà a spostare l’attenzione dai problemi seri e reali che affliggono il nostro Paese.
Ora, consapevoli delle riforme necessarie nel mondo della scuola, non si può pensare di farle tagliando miliardi comunque necessari. Allo stesso tempo non si può pensare di risolvere i problemi interni ad un partito in agonia dal giorno della nascita mandando in piazza fra le 3 e le 400mila  persone (perché quello è il dato visto da chi è neutrale). Veltroni e Berlusconi, di fatto, stanno giocando la stessa partita dandosi una mano vicendevolmente. Ma questo non fa bene all’Italia. Questo non fa bene a nessuno. Un tempo si diceva: “braccia rubate all’agricoltura”. Adesso non si può dire nemmeno questo perché per essere agricoltore oggi, devi sapere l’economia, conoscere il mercato, capire gli umori della gente per coltivare e vendere.
No, qui servirebbe solo una cosa: cambiare completamente la classe politica nazionale e comprendere che se le cose vanno come vanno è anche colpa del fatto che abbiamo un Parlamento inesistente dove mancano le rappresentanze di milioni di persone. Una democrazia imperfetta, questa, che potrà solo far danno. Meditate gente, meditate.

Richelieu

 tratto da "La Destra news"

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