giovedì 2 ottobre 2008

DRAGOTTO E MALAGUTI, CANDIDATI "A PERDERE"


L’impressione – ma spero vivamente di sbagliarmi – è che i giochi siano già fatti: applicando alla lettera il “manuale Cancelli”, la candidatura a Sindaco di Ferrara sarebbe in quota Forza Italia (leggi Dragotto) e quella alla Presidenza della Provincia in quota AN (leggi Malaguti). Se così sarà, se cioè il Pdl metterà alleati o potenziali tali di fronte al fatto compiuto, La Destra si chiamerà fuori da ogni logica di confronto con  gli amici di Berlusconi e percorrerà tutte le altre strade che il dibattito politico delle prossime settimane le suggerirà. Con un obiettivo bene preciso: quello di vincere le elezioni.

Perché una cosa è chiara, facile da capire e da spiegare anche ad un bambino: le candidature di Giorgio Dragotto e Mauro Malaguti sono candidature “a perdere”, assolutamente prive di ogni possibilità di successo. Il primo - è noto -  non brilla per la sua simpatia e per la sua lungimiranza; il secondo, che ho avuto occasione di conoscere bene avendo militato in AN per dieci anni, è un bravo ragazzo, ma assolutamente privo del necessario “carisma”. Raccoglierebbero a malapena i voti della propria parte politica e a Ferrara questo non basta per sconfiggere PD e soci.

La loro designazione sarebbe l’ennesima riprova che a Ferrara il Centrodestra non vuole vincere e, per non correre il rischio che ciò avvenga, crea a priori le condizioni per una sconfitta certa. Un segnale devastante, frutto di abitudini ormai consolidate (accadde più o meno la stessa cosa, anche se in contesti politici parzialmente diversi, nel 1999 e nel 2004) ma che, per chi vuole che finalmente anche da noi le cose cambino, appare offensiva e inaccettabile.

Il problema che ci si pone innanzi, al contrario, è oggi quello di individuare figure con esperienze amministrative consolidate, apprezzate e stimate da amici e avversari, libere da possibili condizionamenti, non ricattabili, in grado di presentare un progetto politico e amministrativo per la Città e la Provincia autenticamente innovativo e credibile. Tale cioè da indurre anche chi, quattro anni fa, votò a sinistra, ad accettare la sfida del cambiamento e a voltare le spalle ad un sistema di governo locale ormai sfibrato, aggrappato disperatamente al potere e capace di reggersi soltanto sulle sue mille contraddizioni e sui suoi tanti errori.

Queste figure ci sono. Basta cercarle e valorizzarle. La Sinistra, soprattutto in Provincia, ha paura di perdere e l’impressione, nei corridoi del Castello, è che l’occasione del 2009 sia unica e irripetibile.

“Ora o mai più”, verrebbe da dire. Sempre che si abbia finalmente il coraggio di uscire dalla logica perversa del proprio orticello ben coltivato ma altrettanto sterile, a cui Forza Italia e Alleanza Nazionale hanno dedicato negli ultimi vent’anni le loro migliori e mal riposte energie.

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