giovedì 29 gennaio 2009

IL RE E' NUDO!



Pubblico anche sul mio blog la stupenda lettera di Davide Verri all'indirizzo del "Senatore". Un inno alla libertà e all'autonomia di pensiero, alla dignità e al coraggio delle idee, che vale la pena leggere e rileggere più volte.

Caro Alberto,

che tristezza assistere allo spettacolo di un Senatore della Repubblica Italiana che al ragionamento sostituisce il livore, al confronto gli atti di imperio, alla verità la diffamazione, alla politica il personalismo. Forse è per questo che la gente non crede più nelle istituzioni, perché queste dimostrazioni di arroganza denotano non l’interesse per la ‘res publica’, ma la volontà di conservare il potere ‘acquisito’. Mi sospendi i dal partito e minacci chiunque mi dia sostegno di essere tagliato fuori da An e dal Pdl. Tenti di isolarmi ricordando a tutti che tu sei il ‘Senatore’, sei colui che decide delle sorti di ciascuno e che a te non ci si può opporre, perché è come peccare di lesa maestà! Beh, Alberto, mi spiace comunicarti che tu non sei la Legge. Tagliami pure fuori dal partito, ma io rimango nella mia posizione.

Mi sono autocandidato alla Presidenza della Provincia di Ferrara denunciando la spartizione delle candidature stabilita a priori con Forza Italia, e i fatti mi hanno dato ragione. Mi sono autocandidato perché credo di avere esperienza, un’esperienza maturata in 10 anni al governo del Comune di Bondeno e in 5 da consigliere provinciale: e le competenze, per amministrare un Ente di grandi proporzioni, servono. Mi sono autocandidato perché credo nel Pdl, non in quello spartito come le fette di una torta, ma in quello inteso come progetto che alla gente deve ridare fiducia e speranza sia in un rilancio economico sia in una politica credibile perché vicino alle persone, soprattutto a quelle più deboli. Mi sono autocandidato perché ritengo la politica una missione, e se non mi credi ti invito a pensare agli altri non come a te stesso. Mi sono autocandidato, l’ho detto e ripetuto, senza il placet dei vertici, dunque il tuo, che neppure ho chiesto per i motivi sopradetti. Non mi fai paura Alberto, mi dispiace.

E’ ormai trent’anni che gestisci il partito e ora il Pdl come se fosse una cosa tua, di tua proprietà, un tuo diritto. Una casa di cui tu decidi di aprire o meno le porte, minacciando continuamente di sbatterle alle spalle delle persone. Non sono mai stato un tuo ‘appecorato’, lo sappiamo tutti, ho gestito un Comune e ho fatto il consigliere in autonomia di pensiero, senza chiedere al ‘partito’. Ho dato spazio a tutti, ho dato voce anche al dissenso. La composizione della mia Giunta, a Bondeno, che vede assessori di An, Forza Italia, Lega Nord, Udc e liste civiche, indica che nella cittadina matildica il Pdl è nato tanto tempo fa. Le tue parole, confermano che nel ‘tuo’ Pdl non c’è spazio per il confronto, la democrazia, la soluzione dei problemi concreti. Nel ‘mio’ Pdl invece c’è volontà di aggregare, c’è spazio per tutti, soprattutto per la gente intelligente che rifiuta le decisioni prese sulla propria testa e sulla propria pelle dai pochi che ‘comandano’. Nel ‘mio’ Pdl c’è spazio per quei politici che tu oggi cerchi di intimidire ma che hanno ancora il coraggio e l’entusiasmo di voler cambiare le cose e di non prendere ordini da te.

Sai Alberto, a questo mondo c’è ancora tanta gente perbene, che non si accontenta delle briciole che tu lasci cadere a terra. C’è gente con dignità e libertà di pensiero. Questo è il ‘mio’ Pdl, che vuole essere un grande partito ma anche un approccio positivo alla realtà, vuole riportare in circolo le idee, vuole premiare l’intelligenza e il merito in tutti i campi della vita. Cosa che purtroppo non succede più perché gli individui pensanti destabilizzano e fanno paura. Infine Alberto, sai bene che non sono mai venuto nel tuo ufficio a chiederti di candidarmi. Sai bene invece di avermi fatto dire dai tuoi ‘emissari’ che se volevo la candidatura dovevo venire a chiederlo a te, di persona. E io, come sempre, ho rifiutato e non l’ho fatto. Ora, Alberto, cerca di riportare la politica alla politica, evitando il pettegolezzo e le insinuazioni. Non è un comportamento da Senatore della Repubblica Italiana.


Davide Verri




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