Facendoci carico della richiesta formulata dai docenti e dal personale Ata del Liceo Classico “Ariosto” di esprimere con chiarezza la nostra posizione in merito alle questioni sollevate nella lettera apparsa giovedì sui giornali locali, con cui si contesta il metodo e il merito del Piano dell’Offerta Formativa approvato dal Consiglio Provinciale di Ferrara mercoledì scorso, ci sembra doveroso illustrare in breve i motivi che ci hanno portato a non condividere quella decisione, di cui l’Amministrazione di Centrosinistra ha per intero la responsabilità morale e materiale.
Tre in particolare sono state le ragioni addotte nei nostri interventi, che ci hanno impedito di formulare un giudizio favorevole.
Abbiamo innanzitutto criticato il metodo adottato, troppo verticistico, privo del necessario coinvolgimento dei soggetti più direttamente interessati, dal personale docente e non docente alle famiglie degli studenti, che si vedranno piovere dall’alto molte decisioni di non poco conto, che rischiano nei fatti di condizionarne pesantemente scelte già formulate e legittime aspettative.
Un metodo sbagliato anche nei tempi, vista l’intempestività, appunto, di una decisione che arriva a fine novembre e cioè a due mesi dalla chiusura delle preiscrizioni, senza che ci sia sufficiente chiarezza su alcuni passaggi fondamentali.
Pensiamo in particolare – venendo alla seconda ragione - al “traghettamento” ope legis di un indirizzo del Classico e di uno dello Scientifico dall’”Ariosto” e dal “Roiti” al Liceo Sociale “Carducci”. Trasferimento che, nelle intenzioni della Provincia, dovrebbe costituire in nuce l’embrione di un quarto Polo liceale prossimo venturo, di cui non si conosce nulla circa l’identità, la “mission”, gli obiettivi didattico-formativi. Una decisione alchemica, nata in laboratorio, concepita negli alambicchi del “pensatoio” provinciale, che nasce morta perché priva di un’anima e di un reale coinvolgimento di chi, lavorando sul campo, dovrà poi tradurre in esperienze di vita vissuta le elucubrazioni teoriche di chi l’ha artificialmente ideata.
E’ certamente vero che Istituti Scolastici che ormai sfiorano i 2000 iscritti, come il Classico e lo Scientifico, rischiano oggettivamente, a prescindere dalla volontà, dall’impegno e dalle buone prassi di chi ci lavora, di non essere in grado di assicurare quell’offerta formativa di qualità che gli studenti e le loro famiglie si attendono. E’ però altresì vero che un progressivo snellimento degli stessi non può prescindere da quel “percorso, ragionato e graduale, di contenimento delle iscrizioni”, di cui parla la lettera, frutto di una consapevole e responsabile partecipazione del personale docente delle Scuole interessate. Da accompagnarsi eventualmente ad una più mirata attività di orientamento verso l’istruzione tecnica e professionale, laddove questa meglio dovesse corrispondere alla domanda proveniente dal mondo del lavoro che insiste sul nostro territorio provinciale.
Abbiamo infine criticato la decisione, incomprensibile ai più, di accorpare l’Istituto Superiore d’Arte “Dosso Dossi” all’Istituto Tecnico per Geometri “Aleotti”. Una vera e propria “fusione a freddo”, che non trova una sua giustificazione né nell’ubicazione dei due Istituti, fisicamente distanti l’uno dall’altro, né nella storia e nelle finalità didattico-educative perseguite degli stessi, così diverse per obiettivi e pratiche consolidate. L’istituzione di un improbabile “Polo tecnologico dell’edilizia”, con cui si è cercato di giustificare questo curioso “ircocervo”, non regge di fronte alla realtà del presente e dell’immediato futuro. Senza tener conto del fatto che il nuovo Istituto, per il quale si prevede un bacino d’utenza vicino alle mille unità, nascerà in palese violazione del dettato normativo contenuto nei decreti sulle “razionalizzazioni” del ’98, che fissano in 900 alunni il tetto massimo per le Scuole dell’autonomia di nuova istituzione. Molto meglio sarebbe stato, anche in quest’ottica, accorpare il “Dosso Dossi” all’Istituto Professionale “Einaudi”, contiguo fisicamente al primo e nel quale è presente già da anni un ottimo corso di grafica pubblicitaria, certamente più in sintonia con le discipline insegnate nell’Istituto d’Arte.
Ribadendo come, al di là dei legittimi interessi sindacali, sia compito dell’Amministrazione Provinciale la programmazione degli indirizzi di politica scolastica in una logica di sistema che deve rispondere ai bisogni reali del territorio, per troppo tempo disattesi e lasciati alle pur apprezzabili iniziative dei singoli Istituti, facciamo nostre le preoccupazioni manifestate dai docenti e dal personale Ata dei Licei Classico e Scientifico, impegnandoci sin da ora a recepire i suggerimenti che vorranno proporci e a sostenere ad ogni livello istituzionale, come già abbiamo fatto mercoledì scorso in Consiglio Provinciale, le buone ragioni di chi ritiene che la Scuola ferrarese meriti considerazione e rispetto.
Quella considerazione e quel rispetto che le vengono oggi negate da chi, anche in questa occasione, come in tante altre nel passato, ha anteposto d’autorità i suoi interessi particolari alla logica del dialogo e del confronto.
STEFANO GARGIONI (LA DESTRA)
DAVIDE VERRI e FAUSTO BALBONI (AN)
GIOVANNI CAVICCHI (LEGA NORD)
UGO TADDEO, MASSIMO MAZZANTI, ANDREA MALANO e VITTORIO ANSELMI (FI)
ROSSANO SCANAVINI (POPOLARI LIBERALI)
NEDA BARBIERI (ALLEANZA PER FERRARA)
RINO CONVENTI (UDC)
ALBERTO ALBERTI (GRUPPO MISTO)
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