La cosa che più stupisce, della “vicenda Verri”, non è tanto il fiume di contumelie, cariche di astio e di rancore, che Alberto Balboni ha riversato sul Sindaco di Bondeno in occasione dell’Assemblea provinciale di AN tenutasi sabato pomeriggio. Questo fa parte dello “stile”, ampiamente consolidato, con cui il Senatore ha da sempre trattato chi non la pensa come lui e dunque non fa notizia.
A fare notizia, al contrario, è l’assordante silenzio con cui Forza Italia ha accolto, nelle ultime due settimane, l’auto candidatura di Verri a Presidente della Provincia. Con l’eccezione di qualche timida ed estemporanea “uscita” da parte di alcuni suoi dirigenti non di primissimo piano, il Partito di Berlusconi ha brillato per l’assenza in un dibattito che si sta facendo di giorno in giorno più infuocato e nel quale sono intervenuti, a vario titolo, i rappresentanti di tutte le forze politiche non di sinistra presenti sul territorio.
Un silenzio tanto più colpevole se si pensa che Forza Italia, dentro il PDL prossimo venturo, in ragione della sua consistenza elettorale, che è di gran lunga superiore a quella di Alleanza Nazionale, avrà nel Direttivo Provinciale la maggioranza assoluta e dunque l’ultima voce in capitolo.
Un silenzio, poi, che induce a pensar male. A pensare cioè che l’accordo sottobanco di cui si è tanto parlato, tra Balboni e Dragotto, per la spartizione delle candidature, sia molto più concreto e cogente, per i protagonisti e per i rispettivi movimenti, di quanto essi stessi non vogliano ammettere.
Credo dunque che sia arrivato il momento, per Dragotto, Perazzolo & Co., di smetterla di giocare a rimpiattino e di uscire allo scoperto; di raccontarci, in buona sostanza, cosa intendono fare da grandi.
Se vogliono cioè, con il sostegno senza ambiguità a Davide Verri, anteporre ai piccoli interessi di bottega la voglia di un autentico e radicale cambiamento, in grado di determinare le condizioni per una vittoria elettorale oggettivamente a portata di mano.
O se, piuttosto, intendono continuare nella logica del piccolo cabotaggio, che li ha visti da sempre succubi dei giochetti di palazzo di Balboni e dei suoi pretoriani, inevitabilmente sfociati in cocenti sconfitte elettorali.
Da questo – e non da altro – La Destra li giudicherà, traendone le dovute conseguenze.
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