Cari amici, cittadini di Comacchio,
è con grande piacere che oggi, da questo palco, La Destra lancia la sua sfida in questa campagna elettorale che ci porterà, di qui ad una decina di giorni, all’appuntamento amministrativo ed europeo del 6 e 7 giugno.
A Oriano Rossi e a Roberto Gelli, voglio dire il mio sincero “grazie”! Grazie ragazzi per la vostra amicizia, grazie per la vostra fede, grazie per l’entusiasmo con il quale state affrontando questo difficile impegno, grazie per la passione e per l’amore che avete per la vostra bella Comacchio, nella quale vengo sempre molto volentieri e in cui mi trovo sempre come fossi a casa mia, riscoprendo ogni volta quel clima di accoglienza e di solidarietà che solo chi è di Destra può capire e avere sperimentato.
Qui a Comacchio, cari cittadini, fin da subito, da che abbiamo cioè intrapreso questa nuova esperienza politica e abbiamo messo in piedi a Ferrara il Partito, meno di due anni fa, abbiamo creato una stupenda comunità umana, che sta crescendo giorno dopo giorno e che ci porterà, ne sono certo, ad ottenere un ottimo risultato in occasione delle imminenti elezioni provinciali. Una comunità, peraltro, che non si è mai tirata indietro e che anche in anni lontani ha tenuto alta la bandiera dei nostri ideali, dei nostri valori e delle nostre speranze, contro chi quegli ideali, quei valori e quelle speranze voleva distruggerli e calpestarli.
Qui, grazie alle grandi capacità organizzative di Oriano, di Roberto e dei tanti che insieme a loro si sono sempre dati da fare, siamo riusciti da subito a fare gruppo, a testimoniare con la nostra presenza fisica e con la coerenza dei nostri comportamenti, che La Destra c’è, che La Destra è in piedi e si mette a disposizione di Comacchio e della sua gente, perché altro non chiede e altro non vuole se non questo.
Ma la battaglia per ottenere un buon risultato in occasione delle prossime elezioni amministrative nelle quali mi sono candidato alla Presidenza di questa Provincia, e per le quali siamo oggi qui a chiedere il vostro sostegno, non è fine a se stessa. Rappresenta infatti il trampolino di lancio che ci condurrà, di qui a meno di un anno, ad affrontare un’altra sfida importante per La Destra: quella per il rinnovo del consiglio comunale di Comacchio e per l’elezione del suo nuovo Sindaco. E anche lì, se avremo lavorato bene, se avremo fatto prevalere l’amore disinteressato per questo territorio così bello e spesso così trascurato e la nostra voglia di spenderci per esso senza chiedere nulla in cambio, se avremo fatto toccare con mano ai comacchiesi il significato profondo dell’originalità della nostra proposta politica, sono certo che otterremo il riconoscimento che meritiamo, anche in termini di consenso elettorale.
E già adesso possiamo dire che la gente di Comacchio e dei Lidi, i giovani, gli uomini, le donne, gli anziani che seguono con attenzione le vicende della politica locale, hanno colto l’assoluta novità del nostro messaggio, il nostro essere “fuori dal coro” e si avvicinano sempre più numerosi alla nostra sezione lagunare, alla nostra Federazione provinciale di Ferrara, dimostrando con il loro calore e con il loro affetto che i nostri sacrifici non sono vani.
Chi ha seguito sui giornali le vicende politiche di queste ultime settimane, sa che le hanno provate tutte per impedirci di essere presenti oggi su questa piazza come nelle altre piazze del Ferrarese.
Hanno cercato di distruggerci, di annientarci, di denigrarci, di offendere la nostra dignità e il nostro onore. Ci hanno ingannati, traditi, umiliati. Abbiamo subito ogni forma possibile di ostracismo. Negli ultimi giorni che hanno preceduto la chiusura dei termini per la presentazione delle liste abbiamo sinceramente pensato di non farcela, ma non per questo ci siamo arresi. Ci siamo invece rimboccati le maniche e abbiamo ripreso il cammino perché avevamo un traguardo da raggiungere e volevamo farcela ad ogni costo. Qualcuno probabilmente in cuor suo si augurava che non ce la facessimo e già ci dava per spacciati, ma noi abbiamo dimostrato con i fatti come la nostra comunità sia fatta di gente con gli attributi, che non molla tanto facilmente e che soprattutto vende cara la propria pelle.
E a questo proposito lasciatemi ringraziare in modo particolare Massimiliano Guerzoni, Francesca Rigetti, Francesco Folda, Mirko Farina, Marco Sarti, Sergio Baroni…senza di loro, senza le loro notti in bianco, senza la loro ammirevole abnegazione, oggi io non sarei su questo palco a parlarvi e probabilmente neanche l’amico Alberto Ferretti correrebbe a Sindaco di Ferrara.
Da un anno e mezzo ormai siamo presenti qui a Comacchio e chi ci conosce sa bene che abbiamo lavorato, in particolare in questi ultimi mesi, per unire tutto il centrodestra, per creare le condizioni ideali perché si potesse vincere al primo turno alle elezioni provinciali, dando a questo territorio un Presidente Provinciale di centrodestra e una maggioranza politica alternativa rispetto a quella che ci ha governato ininterrottamente per 64 anni, con i risultati devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo lavorato perché finalmente si potesse mandare a casa una Sinistra arrogante e presuntuosa, incarnata in questa occasione da Marcella Zappaterra, sostenuta da tutto il centrosinistra, letteralmente terrorizzato dalla paura di perdere. Una Zappaterra che nella disperata ricerca di riconquistare un consenso che non ha più e che probabilmente ha perso per sempre si vede costretta a chiedere il voto ai cittadini ferraresi con l’infelice slogan “cambiamo la Provincia”, ammettendo implicitamente che quello che lei è i suoi amici hanno combinato in questi lunghi anni di gestione rappresenta qualcosa di cui vergognarsi, piuttosto che qualcosa di cui andare fieri.
La Destra – al contrario – e Roberto e Oriano mi sono buoni testimoni, ha dimostrato, nel lungo periodo che ha preceduto la campagna elettorale vera e propria, un grande senso di responsabilità. E soprattutto ha dimostrato, nei momenti più difficili, che non sono mancati, di saper fare squadra, di rappresentare una comunità umana che da Cento fino a Goro, passando per Bondeno, dove candidiamo a Sindaco l’amico Marco Loberti, che saluto con affetto e che oggi è voluto essere qui con noi, ha un cuore solo, che non è disposto a vendere per nessuna ragione al mondo.
Noi, grazie a Dio, siamo diversi dal Senatore Balboni, dal signor Giovanni Cavicchi, da Davide Verri, preoccupati soltanto della necessità di piantare quante più bandierine possibili per delimitare il confine dei loro possedimenti, piuttosto che di offrire la concreta speranza di un futuro migliore a questa meravigliosa comunità umana comacchiese.
Nella Destra, a differenza che nel Pdl, o nella Lega Nord, o nell’improvvisata armata brancaleone che sostiene l’ex sindaco di Bondeno, non facciamo a nessuno gli esami del sangue. Ci guardiamo in faccia e ci chiediamo reciprocamente dove vogliamo andare. E su valori e ideali comuni intraprendiamo il nostro cammino insieme. Non tramiamo nell’ombra. Non abbiamo due facce e due morali. Non abbiamo due parole. Siamo così, come ci vedete, gente semplice, magari un po’ ingenua, perché non fa e non ha mai fatto della politica un mestiere, magari con qualche manifesto patinato in meno sui muri, perché ha meno soldi da spendere degli altri, ma con la consapevolezza che se Comacchio oggi ci è vicina è perché crede nella nostra coerenza, nella nostra lealtà, nella nostra capacità di tenere fede agli impegni presi, nella nostra caparbia e ostinata volontà di non arrenderci mai.
E credetemi. Io che mi presento come candidato per La Destra alla Presidenza della Provincia di Ferrara, questa esperienza l’ho vissuta e l’ho pagata fino in fondo sulla mia pelle.
Nell’ultimo anno, come forse saprete, ho rappresentato la Destra in Consiglio Provinciale. Ho cercato sempre di creare le condizioni perché questo Partito potesse divenire un interlocutore politico credibile e riconosciuto come tale e devo dire, senza falsa modestia, di esserci riuscito. Per mesi, ho pazientemente tessuto il filo dei rapporti con tutte le forze politiche presenti sul territorio, di maggioranza come di opposizione. Questo ci ha permesso di avere una buona visibilità sui giornali, di dimostrare con i fatti e non solo a parole, di essere un movimento politico di idee, di proposte, che ha fatto della filosofia del fare e non del dire il suo punto di forza e di orgoglio. Di non essere, come altri in queste ultime settimane hanno voluto dipingerci, un Partito di nostalgici.
Perché noi abbiamo l’ambizione di rappresentare, qui come altrove – e ci dispiace per gli altri che non possono farlo perché non apparirebbero credibili - l’Italia che non piega la schiena davanti all’arroganza del potere, l’Italia che non ha padroni né padrini, che non ha un Senatore Balboni o Consigliere Dragotto davanti ai quali prostrarsi per chiedere favori con il cappello in mano, quell’Italia che ama a tal punto la democrazia e la libertà da sapersi ancora indignare davanti a chi quella democrazia e quella libertà la calpesta e la mortifica ogni giorno.
Come dicevo poco fa, ci sono stati momenti difficili, in cui sono stato letteralmente soffocato da una valanga di inganni e di tranelli, messi in atto ad arte prima dalla signora Neda Barbieri, che guida la lista di Alleanza per Ferrara, una pseudo lista civica infarcita di neo democristiani e di ex comunisti più o meno pentiti che sostiene sul territorio candidati a sindaco che chiedono i voti contro i candidati del centrodestra; poi dalla Lega Nord di Giovanni Cavicchi, che ha imparato molto in fretta l’arte tutta romana della viltà e del tradimento.
Questi personaggi hanno cercato di tagliarci le gambe, per impedirci in ogni modo di poter sostenere alle elezioni Provinciali Davide Verri.
Perché, come saprete, io per primo, e con me il Partito, avevamo messo al servizio del Progetto politico di Davide Verri, che si presentava in Provincia con una sua lista civica, il nostro entusiasmo, il nostro disinteressato sostegno, la nostra disponibilità. Avevo creduto nella premessa da cui partiva la sua sfida al PDL, che era quella di “includere, anziché escludere”, come scrisse nella sua bella lettera aperta al Senatore Balboni di qualche mese fa, che mi commosse profondamente. Mi ero insomma illuso – evidentemente sbagliando - che quella prospettiva rappresentasse la grande novità di questa campagna politica e che soprattutto Verri credesse in quello che diceva e scriveva sul giornali.
Non era così. Due mesi fa sono incominciati i ricatti, le pregiudiziali nei nostri confronti. Ultimo fra i ricatti – come dicevo prima - quello della Lega Nord, il Partito che, alla faccia del tanto proclamato federalismo, ha fatto del centralismo romano il suo credo politico, se è vero che è bastata una telefonata da Roma di un deputato leghista per imporre al segretario provinciale Cavicchi, che ha obbedito come un soldatino impettito, scelte politiche decise nei salotti buoni di Montecitorio e di Palazzo Madama anziché a Ferrara, di totale chiusura nei nostri confronti.
In questa vicenda - credetemi - abbiamo dimostrato una pazienza infinita, senso di responsabilità, disponibilità a fare ben più di un passo indietro. Ma quando Davide Verri ha ufficialmente rifiutato il nostro appoggio, venendo meno ad un patto siglato con me da mesi con una stretta di mano che per noi di Destra conta ben più di qualunque accordo scritto e magari autenticato da un pubblico ufficiale; allora abbiamo capito che era il momento di imboccare un’altra strada, quella dell’orgoglio, della bandiera, della dignità di una comunità che non ha nulla di cui vergognarsi, nulla di cui chiedere scusa o da farsi perdonare, forte com’è dei suoi principi, che sono quelli sanciti nel nostro Statuto nazionale e che fanno della Destra il Partito degli Italiani, una forza saldamente radicata nella Tradizione, che guarda verso il futuro e che fa dell’identità nazionale e della dottrina sociale della Chiesa i suoi pilastri e i suoi ideali punti di riferimento.
Ricordavo qualche giorno fa a Bondeno una frase del Vangelo di Marco. Dice: “Se non vi accoglieranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere dai vostri sandali”. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ripreso a lavorare, con più lena di prima, per raccogliere le firme in modo da arrivare in tempo a presentare la nostra lista alle Provinciali. E alla fine ci siamo riusciti. E così oggi abbiamo la nostra lista, che vede correre nei due collegi provinciali di Comacchio l’amico Oriano Rossi. Una lista piena di brava gente, di giovani, come lo stesso Folda, come Paolo Montanari ad Argenta, di imprenditori, di donne, di lavoratori autonomi e dipendenti; una lista provinciale che rappresenta fino in fondo i veri bisogni di questo territorio, le sua aspettative, i suoi sogni e che al tempo stesso dà a chi c’è stato, dando la sua disponibilità, la sensazione di sentirsi a casa sua.
Io dunque, cari amici, corro sostenuto dal mio Partito, dalla Destra, da un gruppo di amici fidati, ma mi incoraggiano anche le attestazioni di simpatia che in queste settimane mi sta dimostrando tanta brava gente che qui a Comacchio, come nel resto della Provincia, ha capito come sono andate veramente le cose e ci ha promesso il loro sostegno.
La nostra, quindi, sarà una battaglia a 360°, che ci vedrà opposti anche a Mauro Malaguti, candidato del Pdl alla Presidenza della Provincia.
Avrete visto come Malaguti abbia tappezzato l’intera Provincia con i suoi manifesti taroccati, che lo riproducono in una foto scattata almeno dieci anni e dieci chili fa. E questo dà già il metro del personaggio. Ebbene, noi a questo sfacciato sfoggio di opulenza, alla faccia di chi non arriva alla fine del mese, non avremmo mai fatto ricorso anche se avessimo avuto le possibilità economiche per farlo. Per un’elementare questione di buon gusto e perché in questi tempi difficili di grave crisi economica e di recessione, con la gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, ci sarebbe apparsa un’inutile provocazione.
Malaguti, ha taroccato anche il simbolo del Pdl, inserendo la scritta “Berlusconi Presidente”, che non compare nel logo approvato un paio di mesi fa in occasione del Congresso di fondazione di quel Partito. L’ha fatto perché evidentemente non si fida di se stesso e del suo messaggio politico e ha bisogno per raccattare qualche voto in più di poter contare sull’effetto trainante del Presidente del Consiglio. Io mi sono ben guardato dal far scrivere sul nostro simbolo “Storace per Gargioni”, o qualcosa del genere, anche se, credetemi, a Roma Storace conosce molto più Gargioni di quanto ad Arcore Berlusconi conosca il sig. Malaguti, di cui ignora persino l’esistenza. Non l’ho fatto perché non ho bisogno di uno specchietto per le allodole. Sono qui con la mia faccia, con le mie idee, con la mia coerenza a chiedere il vostro voto senza paracadute, confidando soltanto sulle mie forze e sulla mia personale credibilità.
Malaguti si definisce “uomo di partito” e almeno in questo dice la verità. Io, al contrario, mi definisco un “uomo libero, iscritto ad un partito”. Lui serve un padrone che ha un nome e un cognome, a cui deve le sue fortune politiche e a cui è tenuto ad obbedire. Io al contrario obbedisco soltanto alla mia coscienza e non devo niente a nessuno perché non ho mai chiesto niente a nessuno. Lui ha rinnegato il suo passato per ragioni di convenienza; io non ho nulla da rinnegare perché ho sempre detto a tutti, dentro e fuori del partito, chi sono, da dove vengo, quali sono i miei valori di riferimento, in cosa credo e dove voglio andare. Lui, con la sceneggiata andata in onda per intere settimane sui giornali locali (mi candido, non mi candido, mi candido, non mi candido…) ha dimostrato che dignità e orgoglio sono parole di cui non conosce il significato. Io al contrario ho la dignità di chi sa di rappresentare una comunità di persone che in queste settimane si sono sentite giustamente umiliate e offese e per questo mi hanno chiesto espressamente di spendermi in questa entusiasmante avventura. Lui probabilmente perderà, perché purtroppo è stato candidato dal Senatore Balboni apposta per perdere queste elezioni. Io, come ho già detto in tante altre occasioni, comunque vada avrò vinto, perché la nostra presenza oggi su questa piazza è la testimonianza vivente che l’arroganza, la prepotenza, l’intrigo di cui questa gente si nutre giorno dopo giorno non passeranno, finché ci saremo noi ad impedirglielo.
Abbiamo le idee chiare e abbiamo, nei nostri programmi per la Provincia, proposte altrettanto chiare. Parlano, per quanto mi riguarda, di un modo nuovo di vivere la Provincia, dove la trasparenza, la democrazia e la meritocrazia prevalgono sulle logiche burocratiche, partitocratiche e clientelari su cui il centrosinistra ha costruito da decenni le sue fortune elettorali. Parlano di scuola, di formazione professionale, di una politica finanziaria che punti a ridurre gli sprechi, di un federalismo fiscale compiuto e solidale; parlano di infrastrutture, prima tra tutte la proposta di una variante alla Statale Romea che dalla tangenziale di Ravenna, all’altezza di Porto Corsini, bypassi lo snodo di Porto Garibaldi e dopo aver incrociato la superstrada Ferrara-Mare si ricongiunga con la Romea veneta, intercettando così il traffico pensante e facendo del vecchio tratto della Romea che fiancheggia i Lidi una “seconda Acciaioli”; variante la cui realizzazione è fondamentale per la crescita economico-industriale di tutto il Basso Ferrarese e più in generale dell’intero Paese; parlano di sanità, a partire della necessità di difendere e potenziare i presidi sanitari locali come il San Camillo, per cui tanto si è battuta e continua a battersi l’amica Tiziana Gelli; di turismo e di ambiente, con il completamento del sistema di piste ciclabili che porta verso il mare e l’utilizzo della costituenda idrovia per la promozione del turismo ambientale, di sicurezza sulle strade, di servizi sociali, di agricoltura. Impegni concreti, che essendo noi persone serie realizzeremo sul nostro onore se i cittadini ci daranno il necessario consenso per poterlo fare.
E’ quindi con grande fiducia che affrontiamo le poche settimane che ci rimangono di questa campagna elettorale, certi di meritare quel buon risultato elettorale che la nostra buona coscienza, la coerenza nei comportamenti che abbiamo sempre manifestato e la fede nell’amicizia che ci unisce e che mai verrà meno ci farà ottenere.
Viva Comacchio, viva La Destra di Comacchio ferrarese.