Lo spettacolo è veramente desolante.
Un Senatore della Repubblica in fuga dalle sue responsabilità, nella consapevolezza della sua impopolarità e dunque del rischio, se candidato, di andare incontro ad una disfatta personale di proporzioni epocali.
Un candidato, Mauro Malaguti, privo a tal punto di dignità e di amor proprio da accettare per la terza volta, dopo l’evidente strumentalizzazione di cui era stato fatto oggetto, di essere tirato fuori dalla naftalina per salvare la faccia al suo capo malgrado il 90% degli elettori di centrodestra lo consideri un perdente.
Un gruppo dirigente di Forza Italia, a partire da Dragotto, così pavido da non trovare il coraggio, nel Direttivo Provinciale, di fare l’unica cosa giusta e sensata (l’appoggio senza se e senza ma alla candidatura di Davide Verri) e disposto invece a subire il diktat regionale di Berselli e Bettamio, imposto per lettera dietro suggerimento dello stesso Senatore.
Il Pdl a Ferrara nasce così.
Dilaniato da faide interne, da odi mai sopiti, da egoismi sempre anteposti al bene comune che dovrebbe al contrario muovere le scelte di chi fa politica.
Ieri sera, appresa la triste notizia, mi è tornato in mente un antico motto. Dice che “chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso”.
Il Pdl ha già perso.
In Provincia sarà una bella battaglia tra Davide Verri e Marcella Zappaterra e alla fine Davide vincerà.
Lo dicono la logica, il buon senso, l’entusiasmo di chi lo circonda, che cresce con il passare delle settimane, la coerenza cristallina con cui il Sindaco di Bondeno ha detto no da mesi ai giochetti che hanno reso ridicolo davanti agli occhi dei ferraresi un partito come il Pdl, liberale a parole ma che, prima ancora di venire al mondo, già appare in tutta la sua evidenza una grande occasione mancata.
Nessun commento:
Posta un commento